Negli ultimi mesi ricorre frequentemente un argomento conduttore sul tema dell’occupazione, ossia la difficoltà di trovare candidati in grado di corrispondere alle dichiarate esigenze del mercato del lavoro.
Diverse sono le spiegazioni di questo strano fenomeno che vengono diffusamente proposte: non pare rilevare nel lavoro manuale uno sbocco per via di un retaggio che è cambiato, calo progressivo di giovani, reddito di cittadinanza, aspirazione delle famiglie di vedere i propri figli completare il ciclo di studi fino all’università.
Ma i numeri ci indicano anche qualcosa di diverso. Ad esempio nel comprensorio spezzino convivono due contraddizioni: da una parte l’alto tasso di disoccupazione che sfiora il 10% con un picco della disoccupazione giovanile dell’11%, dall’altra la presenza di ditte extraterritoriali impegnate nelle attività legate alla cantieristica passata negli ultimi cinque anni dal 39% a oltre il 60%, confermando un trend in continua evoluzione, con evidente penalizzazione del territorio.